Ciò che più mi stupisce (ma son vicino a darmene una ragione) è che ancor oggi, nonostante Einstein stesso sia stato, in termini evolutivi, superato dai successivi sviluppi del suo pensiero, nonostante siano ormai conosciute (anche se, ahimè non sempre comprese) le implicazioni della meccanica quantistica, nonostante l’osservatore di un fenomeno sia ormai da decenni considerato addirittura “partecipatore”, data la sua riconosciuta importanza per la definizione e la stessa esistenza dell’evento, nonostante le affascinati architetture disegnate dai diagrammi di Feynman nell’ambito della teoria dei campi, o dai diagrammi basati sulla “matrice S”, in cui viene teorizzata una meravigliosa alchimia in cui ogni “particella” muta se stessa in un’altra in una completa interazione con l’universo, nonostante si sia giunti a considerare la materia come semplice forma in cui l’energia si manifesta.
Nonostante questa meravigliose esperienze del pensiero abbiano influenzato e illuminato altre discipline del sapere (basti pensare alla psicologia analitica di Jung o alle basi delle Costellazioni Familiari di Hellinger)
Nonostante tutto ciò, dicevo, ancor oggi si insegna nelle scuole che esistono particelle indivisibili di “materia”
Ancor oggi, dopo che si è provato che i sistemi sono relativi, si cerca un sistema oggettivo per valutare l’universo.
Mi vengono alla mente le parole del Sakyamuni “La Verità è cio che è utile”
Newton va bene se si vogliono costruire macchinari nel nostro piccolo mondo tridimensionale.
E’ molto probabile, poi che, se sostiamo sotto un albero di mele mature…qualche mela ci cada in testa.
Ma basta cambiare piano dell’esperienza e le regole di newton diventano inutili. Inutili, quindi non vere.
La materia è spirito e lo spirito è materia.
Sono due aspetti dell’essere.
Ciò che appare vero in un contesto appare falso in un altro.
Ciò che appare come materia discriminata in un contesto appare come un continuo di energia in un altro.
La verità è ciò che è utile.